Balbuzie, consigli per la scuola e gli insegnanti

Balbuzie, consigli per la scuola e gli insegnanti

Cos’è la balbuzie?
“La balbuzie è un disordine del ritmo della parola, nel quale la persona sa con precisione ciò che vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti di un suono, che hanno carattere di involontarietà” (O.M.S., 1997).

La balbuzie è uno dei più complessi disturbi del linguaggio, non è un fenomeno unico, ma bensì determinato a diversi livelli da fattori sia fisiologici che psicologici, sia genetici che derivanti da variabili ambientali. Tutte queste concause possono giocare un ruolo importante nella balbuzie e può risultare estremamente difficile determinare a priori quale di queste sia quella prevalente.

Quali sono i fattori di rischio di cronicizzazione della balbuzie?
I fattori di rischio predittivi di una cronicizzazione della balbuzie sono: genere (essere maschio piuttosto che femmina), anamnesi familiare che rilevi una presenza di balbuzie nei genitori o nei parenti, età d’insorgenza e tempo trascorso dall’esordio (più di 12 mesi), non presenza di remissione spontanea, disfluenze tipo balbuzie (ripetizioni, blocchi, prolungamenti), comportamenti secondari,
ritardo nello sviluppo del linguaggio, ritardo fonologico, vissuto negativo.

Fattori di rischio di cronicità del disturbo

Fattori di rischio Rischio elevato Presente nel bambino/a
Genere Maschio
Età d’insorgenza Dopo i 3 anni e mezzo
Tempo trascorso dall’insorgenza 6-12 mesi o più
Remissione del disturbo No
Familiarità Sì (padre, madre, fratello/sorella, nonni, zii, cugini)
Presenza di disfluenze SLD (Disfluenze Tipo Balbuzie)
Sviluppo linguistico Non appropriato
Presenza di comportamenti secondari
Attitudine comunicativa Negativa



“Risk Factors Chart” 2014 by Stuttering Foundation of America; tradotto e rivisto: P. Florio e S. Bernardini 2014 “Balbuzie: assessment e trattamento”

Se quanto riportato nella seconda colonna corrisponde a quanto rilevato nel paziente, si appone una croce nella terza colonna. Con una sola croce il rischio di cronicità risulta lieve; due/tre croci il rischio di cronicità è moderato; con quattro o più croci il rischio di cronicità è elevato.

Quando intervenire?
A prescindere dalle ipotesi eziologiche, qualsiasi bambino che ha cominciato a balbettare ha diritto ad essere valutato e monitorato fino al suo recupero spontaneo o al successo della terapia.
È importante saper riconoscere questi sintomi in tempo, poiché la ricerca ha stabilito che la prognosi è tanto migliore quanto è minore l’intervallo temporale che separa l’insorgenza della balbuzie dal primo intervento terapeutico (che può essere eseguito anche in età molto precoce, dai 3 anni di età), anche perché ad aspettare troppo si rischia che la balbuzie si consolidi a tal punto da diventare refrattaria a qualsiasi intervento terapeutico.
Secondo alcune teorie, i bambini che cronicizzeranno devono essere individuati e trattati il prima possibile, per ottenere una remissione che potrebbe essere completa e priva di ricadute.

Spesso gli insegnanti si pongono diverse domande:
– Come posso essere d’aiuto?
– Dovrei far leggere il bambino ad alta voce? (nel caso il bambino frequenti la Scuola Primaria)
– Dovrei parlare della balbuzie con il bambino?
– Potrei discuterne con tutta la classe?
– Dovrei ignorarla?
– Dovrei guardare il bambino quando balbetta oppure distogliere lo sguardo?

Queste sono domande legittime, ma le risposte differiscono a seconda del bambino che balbetta.
Si potrebbe iniziare a chiedere ai genitori se il bambino è seguito in terapia e mettersi in contatto con il/la terapista per consigli specifici che permettano al bambino di integrarsi maggiormente nella classe e di affrontare con serenità le varie situazioni. La maggior parte dei bambini non ama essere messo in disparte o sentirsi diverso dagli altri, quindi occorre essere sicuri che il bambino che balbetta sia escluso da attività di classe o non riceva trattamenti di favore. Se la balbuzie è molto grave, è consigliabile affrontare il problema apertamente, parlandone con i genitori e con il bambino stesso. Alcuni bambini si sentiranno sollevati ed apprezzeranno il gesto, mentre altri potrebbero rifiutare l’argomento: qualsiasi cosa accada, è fondamentale rispettare il bambino e non forzarlo. I bambini con questo problema hanno bisogno di tutto il sostegno emotivo possibile. Sarà d’aiuto accettare il bambino per quello che è, oltre che essere comprensivi, calorosi ed offrire sostegno, non necessariamente in modo palese. Il bambino lo percepirà e si sentirà molto più sicuro.

Cosa fare se il vostro alunno in classe balbetta?
La cosa più importante da fare, è essere noi per primi dei buoni comunicatori, in modo da fornire un modello verbale che potrà essere facilmente appreso e riprodotto dal bambino.
Provate a seguire questi consigli ed esercitatevi ad utilizzarli quando parlate con lui/lei.

Consigli per gli insegnanti:
1. Mantenete il contatto oculare con il bambino soprattutto mentre balbetta.
2. Non anticipate il suo pensiero, finendogli le parole\frasi che sta dicendo; non parlate al suo posto.
3. Lasciategli il tempo di cui ha bisogno per esprimere il proprio pensiero e non mettete fretta mentre sta parlando. Non usate espressioni tipo “Dai su!” “Allora, cosa mi vuoi dire”, “Sbrigati”…
4. Fate in modo che il bambino capisca che siete interessati a ciò che dice e non a come lo dice.
5. Cercate di parlare con il bambino usando un tono di voce calmo, non preoccupato, rilassato e lento, facendo pause frequentemente.
6. Aiutate tutti gli alunni della classe ad imparare a rispettare il turno di parola e ad ascoltare. Tutti i bambini, specialmente chi balbetta, riconoscono come sia molto più facile parlare quando ci sono poche interruzioni e quando hanno l’attenzione di chi li ascolta.
7. Non dirgli mentre balbetta frasi del tipo “Parla lentamente”, “Fai un bel respiro”, “Rilassati, stai tranquillo”, “Pensa a quello che devi dire prima di parlare”, “Parla bene”, “Smettila di balbettare”. Questi consigli non sono di aiuto al bambino che balbetta.
8. Richiedete la stessa qualità e quantità di lavoro dagli alunni che balbettano come da quelli che parlano fluentemente.
9. Abbiate una conversazione uno ad uno con il bambino che balbetta riguardo agli accordi che verranno rispettati in classe. Rispettate i bisogni dell’alunno, ma non siate troppo permissivi.
10. Non far si che la balbuzie diventi qualcosa di cui vergognarsi. Parlate della balbuzie come di qualsiasi altro problema.

Liberamente tratto da: Barry Guitar and Edward G. Conture, © 2008,
Stuttering Foundation of America Adattamento italiano a cura di Simona Bernardini
Tratto anche da “8 tips for teachers”, traduzione di Roberta Perosa
The Stuttering Foundation, Lisa Scott, Ph.D., 2008

Link utili da visitare
www.balbuzie.it sito AIBACOM ONLUS
www.stutteringhelp.org sito ufficiale della Stuttering Foundation
www.balbuzie.biz sito centro Italiano Balbuzie Punto Parola
www.stammeringcentre.org sito Michael Palin Centre London