In molti mi avete richiesto questo articolo in merito allo sviluppo del linguaggio in età evolutiva ed eccoli qui. Parleremo di:
- Quali sono le fasi tipiche di sviluppo linguistico nei bambini
- La classificazione dei disturbi di linguaggio
- i DSL: i Disturbi Specifici di Linguaggio
- I bambini parlatori tardivi o Late Talkers
- I segnali d’allarme che possono far sospettare la presenza di un disturbo del linguaggio
- Fattori che possono interferire con lo sviluppo tipico linguistico
- Cosa favorisce lo sviluppo del linguaggio
- Terapia Logopedica: quando e perché?
- Bibliografia consigliata
- Dalle Vocalizzazioni alle Prime Parole
- Fase Prelinguistica: è il periodo che precede la produzione delle prime parole e il loro utilizzo. Le vocalizzazioni lasciano progressivamente il posto alla produzione delle prime parole. Il bambino, inoltre, passa da uno stadio preintenzionale ad uno intenzionale, dove diventa cosciente della valenza comunicativa dei suoi comportamenti e dunque se ne serve consapevolmente per poter raggiungere un certo obiettivo.
E’ costituita essenzialmente da 3 fasi:
- prime vocalizzazioni (primi tre mesi)
- lallazione rudimentale (dal quarto mese circa)
- lallazione canonica (dal settimo mese circa)

2. Dalle Parole alle Frasi
- Stadio della parola-frase (12-18 mesi)
- Frasi formate da due parole (18-24 mesi)
- Brevi frasi con più di due parole (24-36 mesi)
- Sviluppo grammaticale e morfologico (36-55 mesi)
- Ulteriori tappe nello sviluppo dell’espressione verbale
- Completamento dell’acquisizione grammaticale
Tra i 10 e i 20 mesi il numero delle parole che i bambini sono in grado di produrre aumenta progressivamente. A 22 mesi un bambino possiede un vocabolario espressivo formato da più di 50 parole, anche se occorre ricordare che il numero delle parole che può comprendere è sicuramente superiore.
Verso i 18 mesi, quando i bambini hanno raggiunto un vocabolario espressivo di 50 parole, iniziano a metterne insieme due o più, formando così le prime frasi che sono altamente significative poiché il bambino tende ad inserirvi solo gli elementi più ricchi di informazione, ovvero quelli che consentono all’adulto di decifrare il messaggio.
Sono frequenti comportamenti verbali ecolalici, che consistono nella ripetizione, spesso letterale (ecolalia) di quello che il bambino sente dagli altri.
Nel terzo anno di vita il bambino presenta un rapido sviluppo del linguaggio, padroneggia la struttura delle frasi nucleari, a cui fanno seguito tutti gli altri tipi di frase: ampliate, complesse e binucleari.
Per riassumere quanto descritto fino ad ora:

Dopo il terzo anno le frasi tendono a espandersi e il bambino inizia a usare le parole funzione, a coniugare i verbi e a concordare correttamente articoli, nomi e aggettivi.
Il suo vocabolario è cresciuto notevolmente e conta più di 1000 parole.
All’età di quattro anni i bambini possiedono quella che possiamo definire una conoscenza di base del linguaggio, ma commettono ancora degli errori grammaticali.
I 5 anni possono essere definiti come l’età dei perché, il bambino mostra curiosità per tutto ciò che è nuovo e rivolge ai genitori o agli adulti con cui è più a contatto un’infinità di domande che vanno a costituire la sua base conoscitiva.
A 6 anni il linguaggio del bambino è simile a quello dell’adulto, egli è capace di raccontare delle storie e partecipa attivamente alla conversazione.
Con l’ingrasso a scuola può disporre di un vocabolario di circa 10.000 parole e arricchisce ulteriormente le sue capacità linguistiche imparando a leggere e a scrivere.
Verso gli otto anni è consapevole che una parola può avere diversi significati e riesce a concepire alcune metafore semplici e battute umoristiche. Non commette più errori grammaticali e sviluppa ulteriormente le sue abilità di conversazione.
Intorno ai 10 anni ha chiaro il concetto di parola astratta, migliora la sua comprensione dei significati non letterali delle parole (sarcasmo e ironia). Il suo vocabolario è all’incirca di 30.000 parole.
RIASSUMENDO IN PILLOLE:
Nella prima fase detta della lallazione (5-6 mesi) il bambino inizia a produrre dei suoni manifestando contemporaneamente i primi segni di preferenza manuale.
Nella fase dell’immagazzinamento (6-20 mesi), le parole e le frasi vengono immagazzinate nella loro globalità come se fossero delle espressioni idiomatiche
Durante la fase analitica e computazionale (20-37 mesi) continua l’apprendimento di nuove parole e il bambino inizia a formulare espressioni che si basano su regole morfologiche e grammaticali.

E SE QUALCOSA NON VA?
Finora abbiamo descritto quello che viene definito un normale sviluppo del linguaggio, quali sono le premesse fondamentali e che cosa sostiene questo processo.
Tuttavia, a volte può succedere che vi sia un impedimento o un ostacolo lungo il percorso che porta alla piena maturazione del linguaggio.
Questo impedimento può trovarsi all’inizio del percorso (fino dalla nascita), oppure essere dovuto a cause esterne e dunque verificarsi durante lo sviluppo del bambino.
Classificazione dei Disturbi del Linguaggio
- ISOLATI:
- ACQUISITI
- CONGENITI (DSL): disturbi di comprensione
disturbi di espressione
disturbi di articolazione
2. NON ISOLATI
Qui nel dettaglio vedremo cos’è il DSL, ovvero il Disturbo Specifico di Linguaggio.
I Disturbi Specifici del Linguaggio (DSL)
Per definizione sono quei disturbi in assenza di deficit:
- neurologici centrali o periferici
- dello sviluppo cognitivo
- dello sviluppo emotivo-comportamentale, educativo e ambientale
E quali sono gli accertamenti clinici per la diagnosi di difficoltà specifica nell’acquisizione del linguaggio?
- Test d’Intelligenza (intelligenza verbale inferiore all’intelligenza di performance)
- Test Audiometrico (udito nella norma)
- Esame Neurologico (assenza di lesioni)
- Indagine Psicologica (assenza di problemi affettivi ed emozionali)
Dati epidemiologici:
- insorgenza 3-7 anni
- interessa il 5-7% della popolazione prescolare
- interessa il 2% della popolazione scolare
- 3-4 maschi ogni femmina
- familiarità per il disturbo
- cause: fattori neuroanatomici/neurotrasmettitori (disturbo dell’elaborazione percettiva)
- tende a miglioramento spontaneo, ma difficilmente a remissione completa
- evolve spesso in disturbo di apprendimento (il 40% dei disturbi di apprendimento sono pregressi DSL).
Descrizione del disturbo:
- ritmo di acquisizione rallentato
- assenza di una chiara sequenza di frasi
- rigidità nell’applicazione di regole, difficoltà nella flessibilità del codice linguistico
- dissociazione inter e intra componenti del sistema linguistico
- sviluppo comunicativo e linguistico tipico, ma in ritardo per quanto riguarda: la comparsa di typess lessicali, la combinazione di parole, la morfologia, l’ordine sintattico e la fonologia.
DSL 1 – Disturbo della Comprensione del Linguaggio
Viene diagnosticato quando un bambino presenta una comprensione a livello di suoni (comprensione fonologica), parole (comprensione lessicale) o grammatica (comprensione morfosintattica) notevolmente inferiore alla norma per i bambini della sua età. Spesso presentano anche un disturbo dell’espressione verbale e un disturbo dell’articolazione dei suoni. Frequenza: 30% nei bambini con DSL di 3-6 anni e oltre il 70% nei bambini di 8-10 anni.
DSL 2 – Disturbo nell’Espressione del Linguaggio
Questi bambini hanno una comprensione del linguaggio nella norma, presentano invece una difficoltà nelle capacità espressive, nella produzione dei suoni linguistici concatenati (fonologia) e/o nella produzione delle parole (lessico) e/o della frase (morfosintassi).
Spesso i bambini più piccoli presentano anche un disturbo dell’articolazione dei suoni.
Frequenza: 20% nei bambini di 3-6 anni e 30% nei bambini di 8-10 anni.
DSL 3 – Disturbo dell’Articolazione
Questi bambini presentano un ritardo nello sviluppo dell’articolazione dei suoni. Si tratta della forma più frequente di disturbo specifico del linguaggio nei bambini più piccoli (3-6 anni). Non riescono a pronunciare correttamente alcuni suoni, in genere quelli che si acquisiscono più tardi e che corrispondono ai fonemi più complessi.
In questo tipo di disturbi, la terapia del linguaggio è in genere molto efficace e deve essere iniziata quanto prima.
In numerosi casi i disturbi dell’articolazione linguistica danno luogo in seguito a difficoltà nell’apprendimento della lettura (dislessia) e/o difficoltà nell’apprendimento della scrittura (disortografia). I disturbi dell’articolazione verbale rendono infatti molto più debole e limitato il sistema della memoria a breve termine (memoria di lavoro).E’ importante sottolineare che prima dei tre anni è difficile valutare un DSL, si parla di: Bambini Parlatori Tardivi (P.T.) o Late Talkers.
Vengono inseriti in questa categoria quei bambini che tra i 24 e i 30 mesi hanno un vocabolario produttivo inferiore alle 50 parole e non combinano due parole in un unico enunciato. Il limite di 50 parole e fase combinatoria assente a 24 mesi è dunque un criterio di riferimento poiché numerose ricerche hanno dimostrato che a 24 mesi la maggior parte dei bambini presenta un vocabolario di almeno 50 parole e produce enunciati in cui compaiono alcune combinazioni di due tre parole.
Criteri clinici: QI non verbale è normale, non sono presenti deficit uditivi importanti, né disordini psichiatrici, né disturbi della personalità.
Circa il 10% di parlatori tardivi evolve in un DSL.
Ma allora, quali sono i segnali d’allarme che possono far sospettare la presenza di un disturbo del linguaggio?
- L’assenza di lallazione
- Vocabolario ridotto a 18 mesi (inferiore alle 20 parole)
- Se a 24 mesi ci sono difficoltà di comprensione di ordini semplici non contestualizzati
- Se all’età di 2 anni il bambino non ha ancora detto le sue prime parole
- Le parole prodotte a 24 mesi sono inferiori a 50
- Persistenza di parole idiosincratiche a 30 mesi e oltre
- Assenza di combinazione di due parole a 30 mesi
- Prestazioni ai test del linguaggio inferiori alla media di almeno due deviazioni standard
- Prestazioni ai test del linguaggio inferiori alla media di almeno due deviazioni standard
- Lunghezza media dell’enunciato inferiore a 3 parole all’età di tre anni e mezzo.
Si ricorda che bisogna sempre prestare attenzione a fattori come:
- otiti ricorrenti (più di 4 in un anno)
- ipertrofia adenoidea (questi primi due fattori possono diminuire la capacità uditiva e la percezione corretta dei suoni)
- uso prolungato di ciuccio, biberon, allattamento al seno
- masticazione debole (solo cibi morbidi o frullati per eccessivo tempo)
- eccessiva esposizione ed utilizzo di strumenti digitali (tv, telefono, tablet) senza la mediazione e il controllo da parte dell’adulto
- scarsa e/o inadeguata stimolazione linguistica
Tutti questi che trovate elencati, sono fattori che possono interferire e/o ritardare lo sviluppo del linguaggio!
COSA INVECE FAVORISCE LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO?
Sicuramente una buona e continua esposizione al linguaggio, una buona prosodia, l’uso della mimica facciale e la lettura dei libri sin da piccolissimi.

Ma non solo. Nell’articolo riportato qui di seguito trovate molti suggerimenti ed idee per stimolare i prerequisiti al linguaggio nei piccolissimi, ancora prima che partano le prime parole.
In questo secondo articolo, invece, trovate come aiutare la comunicazione e lo sviluppo linguistico con una corretta stimolazione.
Terapia dei disturbi di Linguaggio: COSA FARE?
E’ doveroso, nel caso di un bambino con un disturbo dell’acquisizione del linguaggio, programmare una valutazione e successivamente una terapia specifica.
Il logopedista , quale esperto della rieducazione e della riabilitazione del linguaggio, evidenzia e lavora sulle difficoltà del bambino nei vari ambiti (comprensione, ripetizione, produzione, lettura e scrittura) e nei vari livelli linguistici (fonetico-fonologia, lessicale-semantico, morfosintassi, narrivo e pragmatico).
Ricordiamo che prima di programmare un intervento riabilitativo logopedico è necessario effettuare un’approfondita Valutazione Logopedica del linguaggio del bambino per poter poi delineare gli obiettivi del trattamento.
Nei bambini la terapia precoce è fondamentale, tanto più che in età evolutiva è ancora presente una grande plasticità neuronale, cioè la capacità di apprendere nuove informazioni e di riprogrammarle con una facilità molto superiore rispetto agli adulti.
E’ meglio cercare risposte e possibili soluzioni invece di pensare e aspettare che il disturbo passi spontaneamente col tempo, perché quel tempo, per quel bambino, è prezioso.
Bibliografia:






Parole di mamma – Esperienze di una mamma logopedista
“Vivere intensamente, condividere esperienze, crescere con bambini felici e liberi”
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