Come stimolare il linguaggio e aumentare il vocabolario del bambino

Una guida pratica per genitori con strategie logopediche per favorire lo sviluppo del linguaggio nei bambini. Routine, gioco, lettura e relazione come strumenti quotidiani per arricchire il vocabolario.
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Indice

Una guida pratica per i genitori che vogliono conoscere e sapere come fare e come comportarsi per stimolare il linguaggio e aumentare il vocabolario del proprio bambino. 

Questo insieme di consigli logopedici fanno parte di un bagaglio che molti genitori spontaneamente mettono in atto nel rapportarsi con il proprio bambino/a durante l’età prescolare.

Sono aspetti da tener ben presente nello sviluppo del piccolo e da rinforzare costantemente.

Come posso aiutare il mio bambino/a a sviluppare il linguaggio? 

È bene riconsiderare e riprendere i singoli punti, scegliendo di dedicarsi ad un punto per volta, di modo che tutte queste indicazioni non si trasformino in un insieme di notizie confuse.

Ecco qui la guida che potete scaricare gratuitamente per aiutare e favorire lo sviluppo del linguaggio nel vostro bambino.

1- Dimostrando il piacere di comunicare durante le situazioni quotidiane legate alle routine 

(come vestirsi, mangiare, lavarsi, andare a dormire,…) 

Creare o rinforzare le situazioni routinarie: queste situazioni, in quanto quotidiane, permettono la ripetitività dei gesti, delle sensazioni e delle espressioni verbali e mimiche; determinano un’aspettativa da parte del bambino/a e la possibilità di anticipare gesti e parole. Per questo motivo costituiscono un ottimo contesto d’interazione e di stimolazione del linguaggio. L’espressione del volto e l’intonazione della voce vengono percepite dal bambino/a già nelle primissime fasi di sviluppo: è possibile sfruttare tali canali per dimostrare e comunicare al vostro bambino/a il piacere di interagire a parlare con lui/lei. Comunicare con il bambino/a facendo in modo che vi guardi nel volto, cercando di mantenere il contatto oculare mettendovi di fronte a lui e alla sua altezza. 

2- Sfruttare i diversi contesti che si creano durante la giornata per descrivere e raccontare ciò che vi circonda 

(es. una passeggiata al parco, andare a fare la spesa, preparare la torta,…)

Quando è possibile abbinate alle parole gesti ed espressioni del volto significativi (es. gesto del “ciao”, “buono”, “non c’è più”; espressioni di sorpresa, gioia e delusione) Introducete suoni onomatopeici, trasmettono significati chiari e sono semplici da riprodurre per il bambino/a stesso, come i versi degli animali, i suoni dell’ambiente. In una fase in cui il bambino non produce ancora alcun suono significativo, abbinate costantemente il gesto al suono prodotto (es. assieme a “brum brum” muovete le mani, mimando la guida al volante,…). Introducete le parole nuove in situazioni in cui lui possa capirne il significato (es. semplicemente mostrare l’oggetto e ripetendo la parola più volte). Ad esempio, se la parola bersaglio è “mela”, avrete in mano il frutto o un oggetto giocattolo che lo rappresenta o una figura di una mela da indicare; avvicinando ed indicando l’oggetto al bambino direte “mela?” o “vuoi una mela?”. Nella semplice denominazione di oggetti non aggiungete altre parole alla parola su cui vi state concentrando (es. verbi, complementi, articoli,…), né variate la modalità di denominazione (es. se la parola bersaglio che volete stimolare è “macchina”, direte sempre macchina e non una volta “machina”, un’altra “automobile”, un’altra “macchinetta” o “brum brum”,…), questo potrebbe confondere il bambino/a. Utilizzate un linguaggio semplice ma corretto, cercando di non semplificare troppo le parole e di non usare troppi diminutivi o vezzaggiativi. Parlate in modo chiaro e scandendo le parole, non in modo affrettato. Stimolate il bambino/a, con frasi di supporto, a riprodurre la parola o il suono corrispondente ad un significato ed accettate e gioite con lui del tentativo, anche se scorretto.

 3- Giocate con vostro figlio/a e supportate il gioco 

Non imponete un gioco ma partite dall’interesse dimostrato dal bambino/a, in linguaggio:

quanto tutti i giochi danno la possibilità di interagire, di comunicare, di apprendere. Inizialmente imitate le sue azioni commentando (con parole, mimica e l’intonazione della voce) la situazione, i suoi gesti e gli imprevisti (es. “arriva il treno, tutuuu!”; “il bimbo sale sul treno”; il treno parte, pronti, partenza…via!; “Oooh, il treno è rotto!”,…). Se il bambino/a produce suoni, balbettii o onomatopee, imitatelo guardandolo negli occhi e sorridendo: cominciate in questo modo a costruire in lui l’idea del turno comunicativo. In tal senso è molto importante lasciare il tempo al bambino/a per rispondervi a modo suo; non occupate i suoi silenzi con tante parole. Dopo che avete imitato la sua produzione, fermatevi ed attendete (contate mentalmente sino a 3) qualsiasi tipo di risposta voglia darvi, anche il silenzio. Se il bambino/a dice una frase incompleta, ripetetela completandola (es. “treno bum!”; “si, il treno cade, bum!”,…). Gradualmente introducete altri elementi al gioco: create, cioè, situazioni nuove e divertenti, producendo aspettativa e ripetendo con enfasi le parole nuove (es. costruite un ponte e dite “ma cosa succede?C’è un ponte!E adesso dove va il treno?Il treno va sotto il ponte!”.

 4. Proponete canzoncine e filastrocche abbinandovi gesti e mimica che diano significato alle parole. 

Meglio se sono ripetitive, brevi e che coinvolgano il corpo con movimenti facilmente riproducibili (coinvolgeteli ma senza costringerli), potrebbero in un primo momento essere solo osservatori e poi parte attiva. 

5. Proponete libri figurati e commentateli insieme: 

Tenete presente che sfogliare un libro senza il supporto verbale dell’adulto non arricchisce spontaneamente il linguaggio del bambino/a, e ancor meno la comunicazione; la stessa cosa accade per la radio e la televisione, in quanto non stimolano da sole l’interazione. Piuttosto, sfogliate un libro insieme, descrivete le figure, stimolatelo ad indicare e a nominare le figure che gli proponete (es. “guarda il cane!Dov’è il cane?”E’ qui, cosa fa?Il cane ha sonno!”). Si migliora in tal modo la comprensione uditivo-verbale arricchendo nel contempo il vocabolario del bambino/a.

 6. Parlate delle esperienze vissute: 

Stimolate il bambino/a a ricordare e a parlare di esperienze vissute recentemente o che lo hanno colpito/a, riguardando foto o utilizzando materiali che ricordano l’evento 

(es. riprendere il disegno che ha fatto nella giornata, mettere a posto insieme un gioco utilizzato o salutare il pupazzo che gli/le ha regalato la nonna oggi,…). Fatevi raccontare dall’insegnante cosa ha fatto durante la vostra assenza, in modo da poterlo/a stimolare a raccontare ed, eventualmente, aiutandolo/a se ha difficoltà a ricordare o ad esprimersi. Se il bimbo/a non parla, raccontate voi l’accaduto della giornata,enfatizzando le parole chiave con mimica, gestualità o disegni.

Stimolare il linguaggio e aumentare il vocabolario: cosa non dimenticare

È importante rinforzare qualsiasi tentativo linguistico del bambino/a, gratificandolo/a, imitandolo/a e dandogli eventualmente la forma corretta (es. “mamma lallo” – “si, è un cavallo!); se la parola non risulta troppo complessa, stimolarne la ripetizione corretta, ma senza mai costringerlo/a. Quando non capite ciò che il bambino/a vi dice, non colpevolizzatelo/a, né fate finta di non capire, piuttosto cercate di aiutarlo/a a spiegarsi. Può essere utile: Stimolarlo/a ad indicare o ad usare il gesto per far capire il suo messaggio (es. “vojo aua”, “fammi vedere cosa vuoi, ah, vuoi la macchina!”) Ripetere la parte che è stata compresa chiedendo di concentrarsi sulla parte non intelleggibile (es. “eno cade” – “cade? Cos’è che cade?). Proporre voi stessi possibili spiegazioni che il bambino/a deve confermare o negare (es. “bibo ande” – “il bimbo grande?No?Il bimbo piange?).

Se avete dubbi sullo sviluppo comunicativo linguistico del vostro bambino….. Potete chiedere una consulenza con uno specialista del linguaggio che si occupa di età evolutiva nei più piccoli. E’ importante avere risposte e sapere cosa fare e non fare. La prevenzione e la presa in carica precoce possono fare tantissimo. Aspettare può non essere la risposta giusta, perché quel tempo, per il vostro bambino/a, è prezioso.

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