Questo articolo è nella mia testa già da molto tempo.
Ne ho sentito il bisogno dopo aver letto alcune ricerche specifiche per quanto riguarda l’uso, ma soprattutto l’abuso delle tecnologie nei bambini più piccoli (fascia 0-3 anni), ma anche come logopedista e come mamma.
Oggi quindi ve ne parlerò da diversi punti di vista:
- Partendo dalle ricerche scientifiche in questo campo (di recente interesse e studio);
- Dal punto di vista professionale come logopedista; infatti ci sono delle ricadute importanti nello sviluppo del linguaggio che è meglio conoscere per prevenirne gli effetti. Vi descriverò alcune esperienze che mi hanno molto colpito e che mi hanno aiutato a modificare il mio modo di valutare i nuovi bambini che arrivano in studio;
Per finire, al termine dell’articolo troverete una breve bibliografia di riferimento con le
ricerche complete nominate nell’articolo e con alcune letture consigliate “a tema”.
Cominciamo con quanto riportato dalla rivista UPPA:
Un Pediatra Per Amico www.uppa.it
Tecnologie nella prima infanzia: a che punto siamo?
“L’utilizzo delle nuove tecnologie con i bambini sempre più piccoli ha ormai superato i livelli di guardia”.
“Quando sta davanti al tablet non si vede e non si sente”, vero.
Ma i bambini hanno bisogno di essere visti e sentiti. E’ dimostrato che tanto più tempo riusciremo a dedicare ai loro nei primi anni di vita, tanto meglio cresceranno. Sappiamo anche che non è la sola quantità di tempo ad essere importante, quanto la qualità delle cose che faremo con loro. Parole di Sergio Conti Nibali, Pediatra e direttore di Uppa.
Forse non ci sarà mai una legge che vieterà, o quanto meno limiterà l’uso delle tecnologie al di sotto di una certa età, ma spetterà a noi adulti e genitori porre dei chiari limiti al loro utilizzo.
“I limiti fanno parte di una strategia nella relazione tra genitori e figli fatta di rispetto, ascolto e disponibilità incondizionata verso il bambino. I genitori hanno il compito di aiutare il bambino a imparare a regolarsi, dapprima tramite una coregolazione (il bambino aiutato dai genitori), per poi passare ad una propria autoregolazione. Il rischio è di demandare al tablet o al telefono il compito di alleviare le difficoltà o le frustrazioni del bambino”.
Negli ultimi anni le conoscenze in merito sono aumentate e sebbene non si sia ancora arrivati a comprendere in modo completo l’impatto che le tecnologie hanno sulla vita dei bambini, ci consentono di avere dei consigli basati sulle evidenze scientifiche e sui principi fondamentali della pedagogia e della psicologia dello sviluppo.
“La promessa dei media digitali di trasformare le nostre vite è enorme. Se gestita bene, la tecnologia può migliorare la nostra scuola e la nostra educazione, approfondire le connessioni sociali, espandere la partecipazione civica e perfino aiutare la nostra democrazia ad avanzare. Ma affinché questi effetti positivi si verifichino abbiamo bisogno di leggi, norme e impegni educativi che minimizzino i rischi e massimizzino le opportunità per i nostri figli”
Clinton e Steer, 2012.
Tecnologie nella prima infanzia e fasi di crescita
Da 0 a 3 anni: schermi vietati
L’infanzia non ha bisogno di videoschermi, non ha bisogno di una realtà virtuale. Prima dei 3 anni un bambino necessita di sviluppare competenze interagendo con l’ambiente attraverso esperienze sensoriali che utilizzino tutti e cinque i sensi. Solo questa interazione esperienziale consente di sviluppare le proprie risorse neuronali. È stato dimostrato che anche solo una televisione accesa nella stessa stanza dove un bambino piccolo sta giocando ne disturba l’attività, impedendo di sviluppare quella capacità di concentrazione attentiva così importante per il suo futuro. Scrive Goleman su «Focus»:”Occorre allora, soprattutto in questa fascia d’età, che i genitori curino i propri comportamenti. Non può funzionare il farsi vedere assorbiti dalla televisione, da un computer o da un telefono cellulare, magari talmente distratti da non accorgersi neanche dei richiami dei figli. In quell’età i bambini sono molto inclini all’imitazione: se ci vedranno perennemente con in mano il telefonino ne vorranno uno”.
Da 3 a 6 anni: il tempo delle regole
L’infanzia è il tempo delle regole, che non sono imposizioni ma procedure educative per regolare il tempo e lo spazio comune. Mettiamo delle regole chiare, trasparenti, essenziali. È inutile sgridare i nostri figli perché passano le ore davanti ai videogiochi quando siamo noi ad averceli messi. La comunità scientifico-pedagogica internazionale su questo fronte è compatta: in questa fascia d’età mezz’ora di videoschermi al giorno è più che sufficiente, e l’accesso a Internet è vietato. Questa è una fase importante per sviluppare alcune capacità collegate all’immaginazione o alla motricità fine e per implementare le competenze relazionali e sociali.
È ora che si può imparare a litigare bene con successo, anche dopo è possibile, certamente, ma man mano diventa più difficile. Occorre privilegiare le esperienze dirette, la manipolazione, l’interazione relazionale. I bambini litigano? Certo! È quello il loro compito evolutivo. Imparare a stare insieme, ad accettare la frustrazione e a far emergere le risorse creative di cui, in questa età così plastica, sono incredibilmente dotati. Non lasciate che si anestetizzino davanti ai videoschermi, permettetegli di stare all’aria aperta, a contatto con la natura, di fare esperienze corporee e mentali nuove. Il loro futuro ne trarrà immenso vantaggio.
Andiamo ora nello specifico, prendendo in esame uno studio che è stato svolto sull’utilizzo che fanno i genitori, bambini e gli adolescenti delle tecnologie digitali.
Nel dettaglio ci soffermeremo sulla fascia dei 0-3 anni.
Fonte: Balbinot V., Toffol G., Tamburlini G., Tecnologie digitali e bambini: un’indagine sul loro utilizzo nei primi anni di vita, Medico e Bambino, ottobre 2016. Per scaricare e leggere l’intera ricerca cliccate qui
L’indagine svolta su 1300 genitori italiani ha avuto come scopo esplorare quali siano le loro opinioni sull’utilizzo delle tecnologie digitali da parte dei bambini.
Quasi 1 genitore su 4 fa giocare il proprio bambino con lo smartphone già nel primo anno di vita, per poi salire a 2 genitori su 3 quando il piccolo ha 2 anni e fino a 4 genitori su 5 a 3 anni; Il tempo di utilizzo delle tecnologie digitali raramente (5% dei casi) supera l’ora al giorno nel primo anno di vita del bambino, ma diventa più frequente nel terzo anno; Se dai bimbi più piccoli, passiamo a quelli in età scolare, poi, apprendiamo da una rilevazione ISTAT del 2015 che l’accesso alla rete è fortemente aumentato dal 2007 al 2014; dal 18% a oltre il 44% nei bambini tra i 6 e i 10 anni e dal 56% all’81% dagli 11 ai 14 anni.
Tecnologie nella prima infanzia, bibliografia:
- Uppa, n. 6/2017: speciale “Bambini e tecnologia” pag. 39-47;
- Fonte: Balbinot V., Toffol G., Tamburlini G., Tecnologie digitali e bambini:
un’indagine sul loro utilizzo nei primi anni di vita, Medico e Bambino, ottobre 2016.
Quali sono i rischi principali di un uso inappropriato dei supporti digitali?
- Aumento del rischio cardiovascolare, osteoarticolare, metabolico a lungo termine;
- Possibili effetti nocivi da onde elettromagnetiche;
- Riduzione delle interazioni di qualità verbali e non, tra genitori e bambini;
- Aumento dei disturbi del sonno;
- Interferenza con lo sviluppo deli linguaggio
- Ostacolo all’attenzione, alla concentrazione, alla lettura profonda e quindi all’apprendimento, alla riflessione e alla capacità critica;
- Aumento dei disturbi di comportamento;
- Aumento di isolamento e depressione;
- Amplificazione di atteggiamenti di aggressione, discriminazione e bullismo;
- Rischi per l’incolumità fisica e psicologica, l’identità e la privacy;
- Dipendenza dalla tecnologia in sé e da aspetti specifici da questa veicolati.
Come evitare questi rischi?
Consigli per un uso consapevole:
- Dare il buon esempio limitando l’uso dei dispositivi digitali quando si è insieme ai bambini (soprattutto nei primi anni di vita); evitare in particolar modo di usarli a tavola;
- Non ci sono motivi validi per utilizzare le tecnologie digitali prima dei due anni (come suggeriscono i pediatri americani), o dei 3 anni (come consigliano i pediatri e gli specialisti di Uppa);
- Dopo i 3 anni, app e videogiochi vanno scelti con cura (esiste una classificazione europea la PEGI, ed esistono siti ed esperti a cui chiedere consiglio);
- Aiutare i bambini fin da piccolissimi a riconoscere e a dare un nome alle emozioni (alfabetizzazione emotiva);
- I tempi massimo di utilizzo delle tecnologie digitali vanno definiti assieme ai propri figli, ma non vi sono motivi per un utilizzo superiore all’ora o alla durata di un film (fino agli 8-9 anni);
- Sono raccomandate interruzioni ogni 30 minuti per consentire a occhi, cervello, muscoli ed articolazioni di liberarsi;
- Di notte le tecnologie digitali vanno disattivate e tenute lontano dal letto. Di giorno (per i più grandi che possiedono un dispositivo elettronico proprio) vanno tenute nello zainetto o sul tavolo, ma non in tasca. A scuola possono essere usate in classe solo se le attività scolastiche lo richiedono;
- E’ importante discutere con i bambini e i ragazzi sui pericoli che si possono riscontrare in rete, soprattutto utilizzando i social network;
- Aiutare i bambini a capire le conseguenze di ogni azione e la responsabilità che comportano;
- Usare password e filtri di controllo parentale;
- Non mettere i bambini di fronte all’alternativa tra libri o monitor, tra quotidiani e sintesi online, tra carta stampata e altri media digitali.
C’è anche un’altra completa ed esaustiva guida per un uso consapevole messa a punto da un gruppo multidisciplinare di esperti coordinati dal Centro per la Salute del Bambino (CSB). Cliccate qui sotto per leggerla:
Tecnologie digitali e bambini: indicazioni per un uso consapevole
Vi consiglio di leggerla, è davvero ben fatta, chiara ed esaustiva, non solo per i più piccoli, ma per tutta l’età di sviluppo del bambino.
Da stampare, leggere e rileggere più volte.
Tecnologie nella prima infanzia, la mia esperienza professionale da logopedista
Come logopedista, sinceramente fino a 10 anni fa non era un tema a cui mi sono mai interessata particolarmente, ma negli ultimi anni ho dovuto pormi domande, approfondire e studiare la possibile correlazione tra eccessivo e precoce utilizzo di strumenti digitali nella prima infanzia e ritardo di linguaggio.
Ho cominciato a vedere in prima visita bambini piccolissimi (fascia 18-36 mesi) con importante ritardo di linguaggio (soprattutto in produzione), difficoltà comunicative, relazionali e di regolazione nel comportamento, che avevano in comune il fatto di utilizzare tablet, tv e/o telefono praticamente per un tempo molto lungo (anche fino a 4-5 ore al giorno) senza una mediazione ed un vero controllo da parte dell’adulto genitore.
Le tecnologie non sono la causa del ritardo di linguaggio, ma sicuramente interferiscono con il suo sviluppo, tanto più è elevato l’utilizzo che ne viene fatto.
Ho sentito il bisogno di confrontarmi con altre colleghe e colleghi, ma soprattutto di informarmi e una correlazione c’è. Come avete visto nell’elenco sopra, l’utilizzo inappropriato e/o troppo precoce delle tecnologie può interferire con il normale sviluppo del linguaggio, con le abilità comunicative e relazionali, con l’attenzione, l’autoregolazione, il pensiero simbolico e creativo.
Dobbiamo ricordare che i primi tre anni di vita sono fondamentali per lo sviluppo del linguaggio e di tantissime altre aree di sviluppo (es. motorio, cognitivo, ludico, educativo, sociale, prassico,…), ed è un periodo altamente critico.
Dobbiamo cercare di favorire lo scambio verbale, il contatto oculare, l’attenzione congiunta, il rispetto dei turni, il gioco spontaneo e lo sviluppo di tutti i prerequisiti comunicativi necessari per far partire il linguaggio come strumento indispensabile per comunicare con gli altri.
Proprio per questo ho aggiunto delle domande per me fondamentali in sede di valutazione che condivido con voi, penso possano essere utili anche alle e ai colleghi logopedisti, ma non solo:
- Il bambino è esposto all’utilizzo di tecnologie digitali?In che modo?
- Se si, quali?
- Per quanto tempo?
- Ci sono delle regole condivise con il bambino per questo utilizzo?
- Come reagisce il bambino quando termina il tempo?
- Quanto gioca il bambino?Che tipo di giochi predilige?Con chi?
- E’ esposto alla lettura di libri per l’infanzia?Con quale frequenza e con quale modalità?
Come Logopedista mi sento di seguire le indicazioni dei Pediatri e di sconsigliare assolutamente l’utilizzo dei dispositivi digitali prima dei 2 anni e tra i 2 e i 3 anni l’utilizzo è possibile ma con una forte limitazione in termini di tempo e con la mediazione da parte dell’adulto.
Ma veniamo a noi…perchè se ora è più chiara la parte teorica, da mamma, come sempre, in termini pratici…tutto si complica.
Vi lascio con alcuni libri su questo tema.
Tecnologie nella prima infanzia, libri consigliati per voi
Titolo: I nuovi bambini
Autore: Paolo Ferri
Casa editrice: BUR Rizzoli
Titolo: Bambini e computer. Alla scoperta delle nuove tecnologie a scuola e in famiglia
Autori: A cura di Susanna Mantovani e Paolo Ferri
Casa editrice: ETAS / Fondazione IBM Italia
Titolo: Il bambino e gli schermi. Raccomandazioni per genitori e insegnanti
Autori: Jean-François Bach, Olivier Houdé, Pierre Léna, Serge Tisseron
Edizione italiana a cura di: Paolo Ferri e Stefano Moriggi
Casa editrice: Edizioni Erickson
Titolo: Video Games. Piccolo manuale per videogiocatori
Autori: Davide Morosinotto, Samuele Perseo
Casa editrice: Editoriale Scienza
Titolo: Un orso troppo gentile
Autori: Carl Norac, Anne Isabelle Le Touzé
Casa editrice: Babalibri